Un Boeing Co. 737 Max operato da Ethiopian Airlines si è schiantato, provocando 157 vittime (tra le quali 8 italiani) e segnando il secondo grave incidente in cinque mesi per il ‘gioiello’ della compagnia statunitense messo sul mercato appena due anni fa.
Il volo ET302 diretto a Nairobi (Kenya) è precipitato domenica 10 marzo pochi minuti dopo aver lasciato Addis Abeba. Un altro aereo dello stesso modello si era inabissato nel Mar di Giama al largo della costa dell'Indonesia il 29 ottobre scorso, uccidendo 189 passeggeri e i membri dell'equipaggio.
Il pilota del volo Ethiopian Airlines ha riportato problemi poco dopo la partenza e ha chiesto (e ottenuto) di tornare ad Addis Abeba per un atterraggio di emergenza, ha detto l'amministratore delegato della multinazionale Tewolde Gebre Mariam. Il velivolo, alimentato da due motori Leap-1B realizzati da CFM International (una joint venture di General Electric e Safran), era stato consegnato circa tre mesi fa.
Mentre l'Africa offre mediamente bassi standard di sicurezza nell'aviazione rispetto alle norme globali, Ethiopian Airlines ha costruito ad Addis Abeba un importante hub per il continente africano. La compagnia etiope, di fatto l’unica nel continente a mostrare buone performance di bilancio, è nota per la gestione di una flotta che comprende Boeing 787 Dreamliner e l'ultimo Airbus SE A350, oltre al 737 Max.
Quest’ultimo è l’ultimo modello sfornato dal colosso Usa. Si tratta di un aereo a corridoio singolo, una versione re-engined di un design che ha costituito la spina dorsale delle flotte globali per cinque decenni, entrato in servizio soltanto a maggio 2017. I principali clienti includono Southwest Airlines, United Continental Holdings, Ryanair Holdings e India's Jet Airways, oltre all'Indonesia Lion Air.