La ‘regina delle capre felici’ è morta. A mandare in frantumi il sogno di integrazione e riscatto che incarnava è stato un suo dipendente, un giovane - africano come lei – che gli avrebbe contestato il mancato pagamento di uno stipendio.
Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope fuggita a seguito degli scontri sociali e dalle minacce che aveva ricevuto dal suo governo e trapiantata in Italia, è stata trovata morta nella sua abitazione di Frassilongo in Val dei Mocheni in Trentino dove aveva fondato un’impresa.
Aveva fatto nascere, da un progetto di recupero di terreni abbandonati e di razze rustiche autoctone, l’Azienda Agricola Biologica ‘La Capra Felice’ che si occupa di allevamento caprino, eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima: produce formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt e anche prodotti di cosmesi con latte di capra.
Agitu era partita allevando 15 capre autoctone ed era arrivata a quota 150, quelle attuali, che si aggiungono a 50 galline ovaiole. Nel giugno scorso in piena crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, aveva aperto in piazza Venezia a Trento la prima ‘Bottega della Capra Felice’.