Dopo l’attacco Usa, decine di migliaia di persone sono scese in strada a Teheran per protestare contro quelli che definiscono i “crimini” degli Stati Uniti.
Intanto l’ambasciata Usa a Bagdad tramite una nota sollecita i connazionali a “lasciare l’Iraq immediatamente. I cittadini americani partano per via aerea dove possibile, altrimenti raggiungano altri paesi via terra”.
Anche le compagnie petrolifere straniere presenti nella regione irachena di Bassora, vicino al confine con l’Iran, hanno ordinato l’evacuazione dei loro dipendenti.
Per il candidato alla Casa Bianca Joe Biden, Donald Trump ha gettato “dinamite in una polveriera. Potremmo essere sull’orlo di un grande conflitto in Medio Oriente”.
Secca la replica di Teheran: “L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani è estremamente pericolosa. Washington si assumerà la responsabilità di questo avventurismo disonesto”, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif.
Gli Usa comprino “bare per i soldati” di stanza nella regione. È l’avvertimento lanciato da un alto comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, i Pasdaran, il generale Mohammad Reza Naghdi.