La guerra in Ucraina prosegue e non si vede ancora un punto di arrivo. Ma proviamo a schematizzare la situazione, facendo riferimento alle dichiarazioni di Jacques Baud, un ex colonnello dell’esercito svizzero.
PRIMO. L’Occidente ha inizialmente scommesso sul fatto che le sanzioni comminate contro Mosca avrebbe messo in ginocchio il paese più esteso al mondo, arrivando prima o poi a causare un cambio di regime (che poi era anche l’obiettivo di Putin, ovvero estromettere il governo Zelensky, sostituendolo con uno filo russo.
SECONDO. Ma le economie non sono tutte uguali, la Russia non è l’Occidente e i russi non sono come gli occidentali, nel senso che sono abituati a vivere con poco. Le sanzioni hanno avuto un impatto marginale.
TERZO. Visto che il punto primo non è andato come immaginato, l’Occidente ha cambiato strategia dopo l’estate, logorando la Russia fino all’esaurimento delle risorse disponibili e fino a ribaltare lo Zar del Cremlino.
QUARTO. I russi sembrano essere preparati anche a questo. Tanto che al momento il rapporto di artiglieria giornaliera è circa 10:1 in favore della Federazione. Al contempo, gli arsenali dell’Occidente e degli Stati Uniti in particolare si stanno svuotando.
QUINTO. Per Kiev l’ultima possibilità è il coinvolgimento diretto della Nato nel conflitto. Ma al momento l’ipotesi appare remota dal punto di vista degli Stati Uniti. Potrebbe, forse, allora profilarsi un coinvolgimento dei paesi dell’Est Europa, con Polonia in testa (la cui alleanza con Washington è più forte che mai).