Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto agli Stati di “garantire la continuità” dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, dopo che un numero crescente di Paesi (tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Olanda, Finlandia, e Italia), ha bloccato i finanziamenti per le accuse rivolte ad alcuni dipendenti (esattamente 12) dell’organizzazione (poi licenziati) di essere coinvolti nei raid del 7 settembre su Israele.
“Pur comprendendo le loro preoccupazioni, e anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse - ha detto Guterres in una nota -, faccio appello con forza ai governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’Unrwa”.
Le Nazioni Unite, sebbene non siano ad oggi ad assumere un ruolo risolutivo del conflitto israelo-palestinese, hanno svolto e continuano a ricoprire una funzione chiave quantomeno nell’attutire gli effetti sulla popolazione palestinese.
In ogni caso, che senso ha attaccare un’intera agenzia dell’Onu (di qui il titolo di questo post, che riprende una geniale intuizione del Manifesto) quando ad oggi c’è il sospetto che una dozzina di suoi dipendenti siano coinvolti nelle atrocità adoperate da Hamas dello scorso 7 ottobre?