Molti Paesi chiave del cosiddetto sud globale non hanno firmato la dichiarazione finale del vertice di pace di Lucerna (Svizzera). Il comunicato approvato dagli altri “riafferma l’integrità territoriale” dell’Ucraina. La dichiarazione finale sollecita altresì il completo scambio di prigionieri di guerra e il ritorno dei bambini deportati dalla Russia. Nella convinzione che il “dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra”.
Come auspicato da Volodymyr Zelensky la conferenza svizzera poteva costituire solo un “primo passo verso una pace giusta”, senza troppe aspettative in più. Al summit sul lago di Lucerna, assente la Russia, ha pesato come un macigno la partecipazione mancata della Cina, ma anche di altri leader di Paesi che in questi due anni e mezzo di conflitto non si sono schierati apertamente contro il Cremlino.
Tra questi ultimi, troviamo dal premier indiano Narendra Modi al presidente brasiliano Lula fino al leader turco Recep Tayyip Erdogan, mentre per l’Europa scontata era la mancata partecipazione al summit del primo ministro ungherese Viktor Orban. Tra i principali Stati che non hanno apposto la loro firma ci sono anche Arabia Saudita, Messico, Sud Africa e Indonesia.