A Pechino, in occasione del nono vertice del Forum sulla cooperazione sino-africana, il Focac, uno strumento d’influenza a cui la Cina attribuisce notevole importanza, Xi Jinping rilancia la centralità dei rapporti tra la seconda economia al mondo e il Continente nero.
Una relazione ormai ventennale, attraverso cui Pechino è diventata il primo partner del continente superando le ex potenze coloniali e tutti quelli che oggi corteggiano il continente.
Inizialmente, a suon di miliardi, Pechino ha costruito infrastrutture (strade, ponti e ferrovie) e investito nel settore minerario. Due decenni dopo, non tutto sembra essere andato bene (quantomeno per gli africani): l’indebitamento verso Pechino ha indebolito diverse economie africane, come quelle dello Zambia o del Kenya.
L’interesse cinese è, invece, duplice. Da un lato Pechino trova in Africa le materie prime e gli sbocchi di crescita di cui hanno bisogno le sue aziende. Dall’altro, acquisisce un’influenza diplomatica significativa nel momento in cui l’ordine mondiale viene rimesso in discussione.
In tale contesto, il ruolo degli occidentali, che hanno prima a lungo colonizzato e poi interferito negli affari interni degli Stati africani, appare sempre più marginale.
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