In visita di stato in Cina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si confronta con Xi Jinping, che pensa a un nuovo ordine mondiale guidato insieme a Russia e Brasile.
Il presidente della Repubblica gli chiede di rinunciare alla tentazione di “anacronistici ritorni a un mondo di blocchi contrapposti” e di “parlare anche con chi non la pensa come te, per quanto lontani o diversi”.
“Mattarella è un mio buon amico, ci scriviamo, ci telefoniamo”, dice a sorpresa Xi. E sui dazi imposti alle nostre esportazioni (la Cina esporta in Italia per 50 miliardi, l’Italia per 19), il leader cinese conviene sulla necessità di arrivare a un mercato mondiale più libero.
Intanto sono stati firmati accordi e memorandum nell’ambito della loro partecipazione al Forum culturale Italia-Cina. Ripartono così le relazioni tra i due paesi, dopo lo stop (mai ben digerito da Pechino) alla Via della Seta. Per non parlare dei recenti dazi europei all’automotive cinese che hanno finito per inasprire ulteriormente le relazioni.
Le divisioni, anche in chiave politica, ci sono. Xi sta con Putin. L’atlantista e multilateralista Mattarella con l’Ucraina. Per Xi, la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina è della Nato. Nonostante tutto, tra loro c’è una simpatia personale.
Mattarella riconosce la forza e il potere della Cina su scala globale, e proprio per questo invoca Pechino a usare “il dialogo per risolvere le divergenze in un mondo nel quale ci sono cambiamenti non visti in un secolo”.