Prima telefonata tra il presidente eletto Donald Trump e Vladimir Putin per parlare di Ucraina. Il contatto risalirebbe a giovedì scorso, due giorni dopo la vittoria del tycoon alle elezioni, come ha svelato il Washington Post.
Secondo la testata, Trump avrebbe consigliato a Putin di non intensificare la guerra in Ucraina e gli avrebbe ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Quasi un monito, una esibizione di muscoli a scopo deterrente, anche se per ora non sembra aver frenato la brutale offensiva russa, come suggerisce l’ultimo massiccio attacco con droni.
Nella loro telefonata i due leader avrebbero discusso l’obiettivo della pace nel continente europeo, e il presidente eletto americano avrebbe espresso interesse per ulteriori conversazioni per discutere “una rapida risoluzione della guerra in Ucraina”.
Peccato che il tutto sia stato smentito dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale aveva peraltro detto nei giorni scorsi ai giornalisti che Putin non aveva intenzione di chiamare il presidente eletto di “un Paese ostile, direttamente e indirettamente coinvolto in una guerra contro il nostro Stato”.
Ma giovedì scorso il leader russo si è pubblicamente congratulato con Trump per la vittoria, lodando la sua “risposta virile” al tentato assassinio in Pennsylvania e dicendosi “pronto” a parlare con lui.
Intanto sul terreno infuria la battaglia di droni e un’armata di soldati di Mosca si prepara a riconquistare il territorio perso nel Kursk russo. Il prezzo di sangue è drammatico: Londra stima siano 700 mila i soldati del Cremlino uccisi o feriti dall'inizio della guerra, Mosca per parte sua rivendica l’uccisione di oltre mille militari ucraini solo nelle ultime 24 ore.
E altro sangue scorrerà a breve nel Kursk (la regione della Federazione in parte occupata da Kiev): i russi hanno ammassato una forza d’assalto di 50mila uomini, compresi i nordcoreani inviati da Pyongyang, che si prepara all’offensiva contro le truppe ucraine che hanno sconfinato nel blitz di agosto.
Da allora i russi si sono limitati a contenere gli attacchi, senza lanciare una vera e propria operazione di terra. Fonti statunitensi e ucraine hanno rivelato al New York Times che l’attacco sarebbe imminente; è probabile già “nei prossimi giorni”. Con l’aiutino nordcoreano.
Nel frattempo, una parte del mondo resta in attesa di altri contatti tra Putin e Trump, sperando che i due leader non facciano tornare alla mente alcune parole cantate da Mina: “Se telefonando, io potessi dirti addio ti chiamerei. Ma non so spiegarti che il nostro amore appena nato è già finito”.