Mark Rutte ha incontrato gli eurodeputati delle Commissioni esteri e difesa per la prima volta da quando è entrato in carica come segretario generale della Nato.
Ha voluto rassicurare ma, allo stesso tempo, stimolare. “Sono convinto che gli Usa resteranno nell’Alleanza - ha dichiarato Rutte -, ma dobbiamo sgomberare il campo da certi argomenti: serve spendere di più e meglio in difesa”.
Ma quanto? Il 5% come vuole Trump o basteranno cifre più compatibili con i bilanci europei? La Polonia, che già oggi investe il 4,7% del Pil (che vale tuttavia la metà di quello dell’Italia), sostiene la proposta del tycoon.
Proposta rinviata invece al mittente, di nuovo, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Il 5% equivarrebbe a oltre 200 miliardi di euro all’anno quando il bilancio federale non arriva nemmeno a 500 miliardi”, ha affermato.
Restando sul quanto, l’ex premier olandese ed ex capo dei frugali ha rivelato che, stando ai piani difensivi regionali in corso di attuazione, gli alleati dovrebbero prendere in considerazione una spesa tra il “3,6-3,7%” del Pil.
Rutte ha poi gelato le aspettative di chi vorrebbe un’Ue autarchica nella difesa. “È un’illusione. Scordatevi il 5% perché senza gli Usa per la Nato europea ci vorrebbe almeno l’8% del Pil annuo e ci metteremmo non meno di 15 anni a costruirla”, ha avvertito. La Nato, insomma, è secondo l’ex premier olandese il nostro futuro, oltre che il nostro presente e passato.