E i paesi di destinazione non sono solo Germania (278 milioni), Regno Unito (221 milioni), Francia (152 milioni) e Stati Uniti (133 milioni) cioè Paesi nostri alleati nell’Ue o nella Nato.
Tra i maggiori acquirenti, ci sono anche Stati problematici o con situazioni di tensione come Pakistan (207 milioni), Turchia (162 milioni), Arabia Saudita (108 milioni), Emirati Arabi Uniti (80 milioni) ed India (54 milioni), Egitto (31 milioni).
"Ancora una volta il risultato è chiaro: gli affari armati dell’industria militare italiana si indirizzano ancor maggiormente in prospettiva fuori dalle alleanze internazionali dell’Italia e verso le zone più instabili del mondo", rileva la Rete Disarmo.