I paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) stanno valutando l’introduzione di una criptovaluta come mezzo di pagamento tra i 5 paesi. L’obiettivo è rinunciare al dollaro negli scambi commerciali.
In realtà, il processo di lento abbandono della divisa Usa è già iniziato. Nel caso della Russia, ad esempio, il tasso dell’utilizzo del dollaro nelle operazioni commerciali con l’estero è passato dal 92% al 50%, invece quello del rublo è cresciuto (dal 3% al 14%).
I paesi BRICS - il gruppo rappresenta circa il 40% della popolazione mondiale e circa 1/3 del Pil globale - sembrano essere d’accordo su un aspetto in particolare: la loro crescente opposizione agli Stati Uniti. Tuttavia, si sono sviluppati in modi differenti e talvolta perseguono interessi divergenti.
E ancora oggi vale una vecchia descrizione del Gruppo di 5 paesi: la Cina è la ‘fabbrica’ dell’economia mondiale, l’India il ‘fornitore di servizi’, il Brasile il ‘negozio di alimentari’ e la Russia il ‘distributore di benzina’.
Al contrario di India e Cina, tuttavia, Brasile, Russia e Sudafrica hanno ridotto la loro quota di Pil globale, sceso dal 7% al 6% dal 2001 ad oggi. Dopo anni di crisi, Brasile e Sudafrica hanno mantenuto i loro ruoli di potenze regionali ma sono rimaste ai margini dell’economia globale. La Russia è riuscita a consolidare all’interno del Gruppo il proprio ruolo di ‘centrale militare’.
Nonostante ciò, i leader dei 5 paesi puntano sul rafforzamento del Gruppo BRICS come potere geopolitico alternativo al modello dominante: quello statunitense.