“Conosco Biden da decenni e, pur essendo stato in disaccordo con lui su alcune questioni politiche, non è una persona che persegue i suoi obiettivi come uno schiacciasassi. Il problema per l’America sarà ricomporre le sue lacerazioni interne e comprendere che i problemi con i quali dovremo fare i conti dureranno ben oltre un’unica Amministrazione”. A parlare è Henry Kissinger, premio Nobel per la pace e consigliere di politica estera di tutti i presidenti degli Stati Uniti dai tempi di John F. Kennedy.
“Una questione di cruciale importanza sarà quella delle relazioni con la Cina. Il problema ha due sfaccettature – dice Kissinger -. La prima è la crescita della Cina, che provoca un cambiamento negli equilibri di potere del mondo. La seconda è la differenza ideologica. Per il futuro, il problema sarà capire in che misura il conflitto ideologico prevarrà sulle relazioni tra i due Paesi”.
Poi spiega “il mondo non dovrebbe scivolare in una situazione simile a quella della Prima guerra mondiale. È fondamentale valutare la possibilità di un controllo degli armamenti” e avverte: “Sarebbe un grave errore per l’Europa adesso festeggiare, come se un cambiamento alla presidenza degli Stati Uniti potesse ribaltare tutto quello che ha reso insoddisfatti gli europei”.
E come viene valutato Trump da Kissinger? “Molte questioni sollevate erano serie – evidenzia -. I rapporti economici tra Cina e Stati Uniti stavano pendendo da una parte sola. Pertanto, è stata giusta la decisione di dichiarare che il trasferimento delle acquisizioni tecnologiche e in generale il metodo di condurre gli accordi commerciali e i negoziati non potevano essere accettati a tempo indefinito. Il problema, adesso, è capire se si possa trovare un terreno comune a partire dal quale comprendere l’imperativo di non scivolare di scontro in scontro in tutto il mondo”.