“Tutto il mondo deve essere vaccinato”, dice Boris Johnson. Il premier britannico promette di donare ai Paesi emergenti le dosi in più che non servono al Regno Unito, Emmanuel Macron invita Europa e Stati Uniti a inviare urgentemente il 5% dei loro vaccini alle nazioni in via di sviluppo e Joe Biden si impegna a contribuire “immediatamente” 2 miliardi di dollari al Covax, il fondo per l’accesso globale alle inoculazioni. La Germania, che aveva già stanziato 600 milioni di euro, metterà a disposizione ancora un miliardo e mezzo di euro. Nel complesso, l’impegno finanziario dei Grandi raggiungerà i 7,5 miliardi di euro. Sono i risultati del summit del G7.
Al centro dell’incontro virtuale la pandemia, con la necessità di accelerare la campagna di vaccinazione per poter riprendere al più presto l’attività economica e al tempo stesso di fornire un vaccino ai tanti paesi del mondo che non ne hanno ancora ricevuto nemmeno uno. Dieci paesi hanno somministrato il 75% di tutti i vaccini Covid-19 messi a disposizione dalle case farmaceutiche mentre più di 130 neanche una singola dose.
Più che un gesto di solidarietà sembra una presa di coscienza del fatto che solo quando la maggior parte della popolazione mondiale sarà vaccinata anche i paesi ‘ricchi’ potranno tornare a dormire sonni meno agitati.
Al summit virtuale si è parlato anche di rilancio dell’economia: “Con l’obiettivo di sostenere un sistema globale equo e di beneficio per tutti – si legge nel comunicato finale - ci impegneremo con gli altri Paesi, in particolare quelli del G20, incluse grandi economie come la Cina”. Parole che suonano come un’offerta di dialogo con Pechino. Vedremo se sarà sufficiente per aprire una nuova stagione basata sul multilateralismo.