L’alleanza franco-tedesca per aprire un canale diretto di dialogo tra leader con il presidente russo, Vladimir Putin, ha fallito il suo obiettivo. I capi di Stato e di Governo dell’Ue hanno respinto la proposta avanzata da Angela Merkel ed Emmanuel Macron.
“Non è stato possibile raggiungere un accordo sulla possibilità di organizzare presto un summit Ue-Russia”, ha spiegato Merkel. “È troppo presto perché finora non abbiamo visto un cambiamento radicale nel comportamento di Vladimir Putin”, ha aggiunto il presidente lituano, Gitanas Nauseda.
Il tentativo fallito da parte di Berlino e Parigi è confermato nel documento finale del Consiglio europeo, in cui si sottolinea “la necessità di una risposta ferma e coordinata da parte dell’Ue e dei suoi Stati membri a qualsiasi ulteriore attività illegale e distruttiva della Russia. A tal fine, il Consiglio invita inoltre la Commissione e l’Alto rappresentante a presentare opzioni per ulteriori misure restrittive, comprese sanzioni economiche”.
Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aveva - nel suo intervento - proposto una strategia simile, pur dando disponibilità alla proposta franco-tedesca. Nel corso della cena, Draghi ha posto l’attenzione sul tema dei diritti umani, ricordando alcuni sviluppi preoccupanti come il caso Navalny. Allo stesso tempo, ha osservato come la Russia – il cui dialogo con l’Ue ha subito un arresto già nel 2014 con l’annessione da pare di Mosca della Crimea e gli scontri nel Donbass - resti un interlocutore inevitabile vista la sua collocazione geografica e il suo peso sulla scena regionale e globale.