Riunificazione con Taiwan? “La Cina non ha bisogno di usare la forza. È un’economia molto potente e, in termini di parità di potere di acquisto, è la numero uno al mondo davanti agli Usa. Non vedo alcuna minaccia”. Si è espresso così Vladimir Putin. E il ministro degli Esteri russo ha rafforzato il concetto: “Per noi l’isola è parte della Cina”.
La posizione del Cremlino assume valore tattico. La Russia sa che per uscire dall’isolamento internazionale in cui è finita, oltretutto relegata come potenza di second’ordine anche a causa della crisi economica, l’appoggio della Cina può essere importante ma anche rischioso. Secondo alcuni analisti, un definitivo avvicinamento verso il Dragone potrebbe finire con la Cina che si fagocita la Russia.
Da qui, il doppio fine di Mosca. Riconoscere il destino di una Taiwan cinese significa riaffermare posizioni simili su dossier domestici, a partire dalla Crimea. La seconda ragione è la strategica posizione geopolitica ed economica assunta da Taiwan nell’Indo Pacifico, un quadrante in cui si crea il 60% del Pil globale e due terzi della crescita del Pianeta, e dove si incrociano gli interessi delle prime tre economie al mondo: Stati Uniti, Cina, e Giappone.
Nel frattempo la tensione tra Pechino e Taipei è salita alle stelle. “L’isola non inizierà una guerra con Pechino, ma si difenderà fino in fondo”, ha detto il ministro della Difesa taiwanese, Chiu Kuo-cheng.