Il Regno Unito post-Brexit puntava su Cina e Hong Kong quali pilastri asiatici della nuova ‘Global Britain’. Le pressioni statunitensi hanno tuttavia indotto un veloce ripensamento da parte di Londra sugellato da ‘Aukus’.
Il patto, firmato a settembre tra Australia, Stati Uniti e Regno Unito, ha alzato un polverone nella Nato (la Francia ha temporaneamente ritirato i propri ambasciatori da Canberra e Washington) e ha suscitato anche la risposta ostile (come era ovvio che fosse) della Repubblica Popolare. Pechino ha accusato i firmatari di voler innescare una nuova guerra fredda.
L’accordo verte sulla fornitura alla Marina australiana di 12 sottomarini a propulsione nucleare ma non armati di testate atomiche e rimpiazza il contratto firmato nel 2016 con Parigi per la fornitura di sommergibili non nucleari. È stato un duro colpo all’industria francese della Difesa.
Ma, al contempo, ha mandato in frantumi il sogno ‘britannico’ di giocarsi in modo relativamente autonomo la principale partita geopolitica che si affaccia all’orizzonte: quella appunto dell’Indo-Pacifico.