“Una guerra che si sovrappone a una recessione molto severa, come quella cui stiamo andando incontro, è assurda, senza senso. Le conseguenze sarebbero catastrofiche. La nostra priorità assoluta dev’essere fermare la guerra”. Ad esprimersi così è Carlo De Benedetti: ecco alcuni passaggi di un’intervista al Corriere della Sera.
Pietre miliari. “Non giustifico Putin; lo detesto. Putin è un criminale e un ladro, che con altri trenta ladri ha rubato la Russia ai russi”. Allo stesso tempo, “sono e sarò eternamente grato agli angloamericani per averci liberati dal nazifascismo. Ma oggi noi europei non abbiamo alcun interesse a fare la guerra a Putin”.
Interessi divergenti. “La colpa della guerra in Ucraina è sua (del presidente russo, ndr). Ma gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte, e dell’Europa e in particolare dell’Italia dall’altra, divergono assolutamente. Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina, è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo”.
Invio armi e stop al conflitto. “Sono contrario all’invio di armi a Kiev. Biden ha fatto approvare al Congresso un pacchetto di aiuti da 33 mld di dollari, di cui 20 in armi: una cifra enorme, per un Paese come l’Ucraina. Questo significa che gli Stati Uniti si preparano a una guerra lunga. Per noi sarebbe un disastro. L’unico modo per fermare le atrocità è trovare una soluzione negoziale”.
Alleanza atlantica. “La Nato è sorta in un contesto completamente diverso: non esisteva l’Ue; non era sulla scena la Cina. Dobbiamo essere grati alla Nato per il ruolo svolto durante la Guerra fredda; ma ora non ha più senso. La Corea del Sud chiede di entrare nella Nato: ma cosa c’entra con l’Alleanza atlantica?”.
Difesa comunitaria. “Serve un esercito europeo. E siccome per avere una forza di difesa occorrono dieci anni, bisogna prendere quella che già c’è. A questo punto, tanto vale che gli Stati Uniti escano dalla Nato, e che gli europei assumano la responsabilità della propria sicurezza. Oggi l’Europa va in ordine sparso: la Francia investe 80 mld di euro sui superbombardieri Rafale, la Germania annuncia il riarmo da 100 mld. Ma l’Europa ha un interesse comune: fermare la guerra, anziché alimentarla. Se gli Usa vogliono usare l’Ucraina per far cadere Putin, che lo facciano. Se i russi vogliono Putin, che se lo tengano. Cosa c’entriamo noi?”.
Ucraina: un Paese democratico aggredito da una dittatura. “Ma davvero pensiamo ancora di poter esportare la democrazia con le armi? Gli americani ci hanno già provato. Si sono inventati le armi di distruzione di massa per giustificare la guerra in Iraq. Ebbene: non funziona. La democrazia si esporta con il successo sociale ed economico delle società organizzate democraticamente. Non con le armi”.
Vincitore della guerra. “Questa guerra non la può vincere Zelensky. Ma non la può vincere neppure Putin, perché gli Usa vogliono a tutti i costi che perda. L’unica soluzione è un compromesso”. In pratica, “l’Ucraina perderebbe i territori russofoni e russofili, e avrebbe in cambio la garanzia americana e britannica di pace e prosperità”.
Economia ed esercito della Federazione. La Russia ha 140 milioni di abitanti (in realtà sono 144 mln come riporta My Data Jungle, ndr) e un Pil — tolte le risorse energetiche — inferiore a quello della Spagna. Pensavamo avesse almeno l’esercito; che ha dato prova di un’inefficienza spaventosa. La Russia è ridotta a sparare missili; ma le guerre non si vincono con i missili, si vincono con la fanteria. Tutti sappiamo bene che non è la Russia il vero pericolo».
Pericolo (reale) per Washington. “Per gli americani è la Cina. È come quando Atene capì che, con l’ascesa di Sparta, la guerra era inevitabile. Allo stesso modo, il confronto tra gli Stati Uniti e la Cina è inevitabile”. Rispetto al possibile attacco di Pechino contro Taiwan, dipenderà “anche da come finirà in Ucraina”.
Conflitto (in)evitabile. “Se l’America vuol fare la guerra a Putin, la faccia; ma non è l’interesse dell’Europa. Non è una mia opinione personale; è quello che pensano anche in Germania”.
Resistenza ucraina. “È un nazionalismo ammirevole dal punto di vista patriottico; ma alla fine è un danno per il mondo. Non ci guadagna nessuno tranne gli Usa, che fanno soldi a palate vendendo le armi e il gas, senza subire conseguenze”.