I Paesi dell’Unione Europea hanno importato carbone, petrolio e gas dalla Russia per un valore di oltre 100 miliardi di euro da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina in febbraio.
A fare i conti - riporta il Financial Times - è il finnico Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea), secondo il quale l’Europa ha continuato a pagare per il gas russo quanto nella prima metà del 2021 a causa dell’aumento dei prezzi pur ricevendone soltanto una frazione.
Dall’inizio della ‘operazione militare’ di Mosca a tutto settembre l’Ue ha sborsato, come detto, oltre 100 mld per pagare le importazioni di combustibili fossili dal paese più esteso al mondo. Eppure, secondo un’analisi condotta dall’istituto finlandese, qualcosa avrebbe potuto ridurre questo importo: l’applicazione di un price cap ai combustibili fossili russi avrebbe infatti potuto far risparmiare all’Ue solo in due mesi, cioè da inizio luglio ad oggi, circa 11 miliardi di euro.
Un ragionamento che, tuttavia, non tiene conto del fatto che Mosca avrebbe potuto interrompere completamente i flussi verso il Vecchio continente, qualora l’Ue avesse effettivamente optato per un tetto al prezzo del gas.