Trade-war escalation, Pechino fissa nuovi dazi sulle importazioni dagli Usa

Dopo l’imposizione di ulteriori tariffe del 10% su 200 mld di importazioni cinesi negli Stati Uniti, la Cina ha reagito, stabilendo dazi del 5%-10% su 60 mld di importazioni Usa nella seconda economia al mondo

Trade-war escalation, Pechino fissa nuovi dazi sulle importazioni dagli Usa
Il gas (Usa) è uno dei prodotti sottoposti a nuovi dazi da parte della Cina

Dopo l’imposizione di ulteriori dazi del 10% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi negli Stati Uniti, la Cina ha reagito, stabilendo nuove tariffe del 5%-10% su 60 miliardi di importazioni Usa nella seconda economia al mondo.

Il presidente cinese Xi Jinping ha sempre detto che avrebbe risposto “dollar-for-dollar”. In verità le importazioni di prodotti statunitensi in Cina sono notevolmente inferiori (130 mld di dollari) rispetto alle esportazioni cinesi nella prima economia globale (505 mld). Ciò significa che il margine di manovra per Pechino è relativamente ridotto.

Tuttavia, il governo cinese dispone di una serie di strumenti alternativi che potrebbero essere utilizzati per contrastare le politiche commerciali di Trump. Potrebbe, ad esempio, svalutare lo yuan per compensare l'impatto delle tariffe. Ciò, in realtà, sta già accadendo, visto che da marzo – ovvero da quando Trump ha minacciato l'avvio di una guerra commerciale - la valuta cinese ha subito un deprezzamento del 10%. Ma in caso di necessità si potrebbe andare oltre, di fatto riducendo al minimo l’impatto dei dazi. Pechino, inoltre, detiene oltre un trilione di dollari in buoni del tesoro statunitensi e, in qualità di uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, può porre il veto a qualsiasi risoluzione.

Ma la situazione potrebbe comunque divenire insostenibile per la Cina se Trump decidesse - come ha dichiarato di voler fare - di imporre dazi su tutte le importazioni provenienti dalla Cina, che equivalgono al 4% del commercio mondiale.

Davanti all'ultima mossa della Cina, Jack Ma, fondatore del gigante del commercio elettronico Alibaba e uno degli uomini più ricchi del paese, ha avvertito che il conflitto potrebbe trascinarsi per 20 anni. I danni collaterali, tuttavia, non sembrano preoccupare Trump, preso invece dall’esito delle elezioni di mid-term di novembre.

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