
La Groenlandia, il territorio autonomo danese ambito da Donald Trump, ha formato un governo di ampia coalizione (quattro dei cinque partiti del parlamento hanno siglato l’intesa) per “far fronte alle forti pressioni esterne”, ha annunciato il suo nuovo primo ministro, nel giorno (il 28 marzo) della visita del vicepresidente statunitense JD Vance.
“Il 75% della popolazione è unito da questa coalizione”, ha dichiarato Jens-Frederik Nielsen presentando la sua squadra, che include l’ex primo ministro Mute Egede nel portafoglio delle Finanze. “È molto importante mettere da parte i nostri disaccordi e le nostre differenze perché solo così saremo in grado di affrontare le forti pressioni a cui siamo esposti dall’esterno”, ha aggiunto.
“Abbiamo bisogno di stabilità e unità in un momento in cui attori esterni stanno cercando di influenzare lo sviluppo della nostra nazione”. E “per quanto riguarda l’indipendenza, è importante esercitare cautela”, si legge nel programma della coalizione.
Il presidente statunitense ha intanto ribadito senza mezzi termini anche oggi la sua volontà di impossessarsi della Groenlandia per garantire la sicurezza del suo paese e del resto del mondo. Il vicepresidente JD Vance, a sua volta, ha sottolineato che gli Usa non hanno “piani immediati” di espandere la loro presenza militare in Groenlandia, ma “pensiamo che i groenlandesi sceglieranno” di essere parte degli Stati Uniti.
La popolazione, in maggioranza inuit, in realtà respinge ogni prospettiva di diventare americana, secondo un sondaggio pubblicato a fine gennaio. “La nostra integrità e la nostra democrazia devono essere rispettate, senza alcuna interferenza esterna”, ha dichiarato lunedì il primo ministro groenlandese ad interim, Mute Egede, su Facebook.