L'UE e il Giappone hanno concluso l'accordo di libero scambio concordato a livello politico lo scorso luglio. Ora il testo deve essere approvato, in primo luogo, dal Parlamento europeo e, successivamente, ratificato da ciascuno degli Stati membri prima di entrare in vigore nel 2019.
Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il Primo ministro nipponico, Shinzo Abe, ritengono che l’intesa esprima chiaramente la volontà delle parti di voler operare in mercati liberi e aperti, rinunciando a politiche protezionistiche.
UE e Giappone rappresentano insieme il 40 per cento degli scambi e il 30 per cento del Pil mondiale. Ecco perchè è stato definito come il più grande accordo commerciale negoziato dall'UE e conferma, secondo la Commissaria europea per il commercio, Cecilia Malmström, l'impegno sul tema dello sviluppo sostenibile e sul commercio equo e solidale. In tal senso può essere letto il chiaro riferimento all'Accordo sul clima di Parigi accluso nell’intesa.
Una volta entrato in vigore, il trattato consentirà la liberalizzazione del 91 per cento (estendibile al 99 per cento se tutti i punti stabiliti saranno attuati) delle esportazioni dell’UE in Giappone. Il volume dell’export rappresenta circa 86 miliardi di euro e genera 600mila posti di lavoro nei 28 Paesi (secondo le stime della CE). L'abolizione dei dazi consentirà alle aziende europee di maturare un risparmio di circa 1 miliardo.
Tuttavia, il meccanismo per risolvere le controversie tra Stati e investitori resta al momento irrisolto. Le parti debbono ora impegnarsi nel trovare un compromesso, visto che proprio il tema delle controversie aveva indotto UE e Giappone a non chiudere l’accordo lo scorso mese di luglio.