La Grecia sta usando dei cannoni sonori per dissuadere i migranti dall’attraversare il suo confine terrestre con la Turchia. Ogni sera al tramonto nelle zone a nord-est del fiume Evros, le guardie iniziano in barca il loro giro di ricognizione. E poi telecamere, radar e una recinzione in acciaio per scovare gli immigrati irregolari e controllare i flussi nella regione.
“Stiamo costruendo una nuova recinzione metallica mentre quella esistente verrà rinforzata nell'area di Kastanies – spiega a Euronews Dimosthenis Kamargios, agente della polizia greca -. Nella regione meridionale di Evros la barriera si estenderà fino a 40 km con un’altezza di cinque metri.”
L’impiego di questi dispositivi è stato contestato dall’Ue, anche se Bruxelles non è stata in grado fino ad ora di convincere i paesi membri sulla redistribuzione dei migranti che restano principalmente a carico dei paesi di primo approdo. Il governo di Atene non intende comunque fare passi indietro.
“Non si tratta di cannoni - fa notare l’agente di polizia -. Sono dispositivi che producono il suono di una sirena ad alta intensità con l’obiettivo di impedire l’ingresso illegale dei migranti nel territorio dell’Unione.” Di fatto producono un rumore a circa 160 decibel, un livello assordante visto che un aereo in fase di decollo emette un frastuono pari a 120 decibel.
Il flusso migratorio dalla Turchia verso la Grecia nel corso del 2020 si è attenuato: si è passati dai 75.000 ingressi del 2019 ai 15.000 dell’anno successivo. A febbraio 2021, secondo i dati di Frontex, erano stati invece circa 700 gli attraversamenti illegali lungo il confine terrestre lungo il fiume Evros, con un calo dell’80%.