L’Assemblea nazionale dell’Armenia ha ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (Cpi). L’adesione di Yerevan avviene alla luce del mancato intervento dello storico alleato, la Federazione Russa, a sostegno degli armeni della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh).
Ma non è l’unico motivo: nella scelta di aderire alla Cpi ha inciso anche l’impotenza dimostrata dalla Russia nel risolvere il lungo blocco del corridoio di Laçın effettuato dall’Azerbaigian prima della cosiddetta “operazione antiterrorismo” nella regione separatista armena.
La ratifica ha suscitato le ire di Mosca che non può tollerare alcun accredito verso il tribunale dell’Aia, reo di aver spiccato un mandato di cattura internazionale verso il presidente Vladimir Putin.