Il governo indiano vuole spendere un miliardo di dollari per accelerare la costruzione di dodici centrali idroelettriche nello Stato himalayano nordorientale dell’Arunachal Pradesh. E per raggiungere l’ambizioso obiettivo, il ministero delle Finanze guidato da Nirmala Sitharaman ha approvato aiuti finanziari fino a 89,85 milioni di dollari per ogni singolo progetto.
Si tratta di una mossa che potrebbe acutizzare le tensioni con la Cina che avanza storiche pretese territoriali sulla regione. Delhi e Pechino condividono un confine in gran parte non delimitato lungo circa 2.500 chilometri, per il quale hanno combattuto una guerra nel 1962.
L’India sostiene che l’Arunachal Pradesh sia parte integrante del paese, mentre per Pechino è parte integrante del Tibet meridionale. E se il governo di Narendra Modi promuove progetti nella regione nord-orientale, Pechino si appresta a costruire dighe su una sezione del fiume Brahmaputra (Yarlung Tsangpo) che scorre dal Tibet attraverso l’Arunachal Pradesh.
Il Subcontinente teme che i progetti cinesi possano innescare inondazioni improvvise o generare carenze idriche. Ecco perché entrambe le potenze lavorano alacremente per migliorare le infrastrutture lungo le aree di confine, anche alla luce degli scontri nell’Himalaya occidentale che hanno causato nel 2020 la morte di venti soldati indiani e almeno quattro militari cinesi.