Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, uno dei primi timori è stato quello di una possibile escalation bellica internazionale fino ad arrivare a un nuovo conflitto mondiale. E l’attenzione dell’Occidente, e in particolare degli Usa, si è concentrata su Taiwan.
La Repubblica Popolare Cinese, storica alleata della Russia, non ha mai accettato l’esistenza della Repubblica di Cina, meglio nota come Taiwan o Formosa, che dal 1949 non è più sotto il controllo di Pechino.
L’idea che ha preso piede in Occidente è semplice: se la Russia dovesse riuscire a prendere il controllo dell’Ucraina, senza che la Nato intervenga, la Cina potrebbe fare lo stesso con Taiwan. L’isola, che assume un ruolo centrale nell’economia globale (soprattutto per la produzione di chip), può contare su un sostegno de facto da parte degli Stati Uniti anche se Washington non ha mai riconosciuto la Repubblica di Cina come tale.
Taiwan da anni sta ricevendo armi dagli Stati Uniti, ma tra Washington e Taipei in passato i rapporti sono stati abbastanza freddi. Lo scorso ottobre, Joe Biden comunque ha ribadito che gli Usa sono pronti a intervenire in caso di invasione cinese.
L’esercito taiwanese ha intanto diffuso un manuale di sopravvivenza nel caso in cui dovesse scoppiare una guerra causata dall’invasione da parte della Cina. Si tratta di un testo di 28 pagine, in cui l’esercito spiega alla popolazione di Taiwan (circa 23,5 milioni di persone) dove trovare i rifugi antiaerei e come accumulare scorte di cibo.