Deficit annuale a livelli record per la bilancia commerciale nipponica, a causa dei rialzi dei prezzi delle materie prime e la debolezza dello yen, e a fronte di un saldo import-export superiore alle aspettative.
Secondo i dati del ministero delle Finanze del Giappone, nell’anno fiscale 2022 concluso il 31 marzo, il rosso si assesta a circa 21.700 miliardi di yen (146 mld di euro). Le importazioni sono cresciute del 32,2%, mentre l’export ha visto un incremento del 15,5%.
Petrolio, carbone e gas naturale liquefatto (Lng) hanno inciso in modo rilevante sul disavanzo. Al contempo, la valuta giapponese si è svalutata di quasi il 20% sul dollaro nel corso dell’ultimo anno.
Un trend che continua a incidere a causa della progressivamente crescente dipendenza della terza economia al mondo (che conta 125 milioni di abitanti; fonte: My Data Jungle) dagli approvvigionanti dell’Lng statunitense, che sta sostituendo il gas russo venduto a prezzi nettamente inferiori.