Da mesi ‘quoted business’ racconta dell’inceppamento delle catene globali del valore. E delle difficoltà delle aziende di mezzo mondo nel portare avanti i propri cicli di produzione.
A tal punto che, tra pandemia e frizioni geopolitiche, si cominciano a registrare (ad esempio negli Stati Uniti e Italia) tendenze sempre più consistenti al ‘reshoring’ (ovvero il processo inverso delle delocalizzazioni).
Ora giunge una notizia che evidenzia quanto il problema sia esteso alla maggior parte degli ambiti produttivi. Tre aerei del vettore statunitense Flexport Inc. carichi di patate salvano i McDonald’s in Giappone dalla carenza di patatine fritte in seguito alla crisi della catena di approvvigionamenti nel mondo, causata (non soltanto) dalla pandemia.
A ciò occorre infatti aggiungere che il porto di Vancouver da cui partono le navi dirette in Asia è stato colpito da piogge e allagamenti a metà dicembre e tutte le spedizioni sono bloccate.
Nei giorni scorsi la mancanza di materia prima aveva portato tutti i fast food del Paese nipponico a razionare la vendita di patatine. Di qui, la decisione di far volare tre 747 carichi di patate in Giappone.
La carenza di patatine fritte non ha colpito solo il Giappone. A New York, l'iconico ristorante di hamburger J.G. Melon la scorsa settimana ha dichiarato in un post su Instagram che avrebbe bloccato la vendite delle sue patatine fritte a causa di problemi con la catena di approvvigionamento.