Stati Uniti, Canada e Messico hanno raggiunto un accordo di libero scambio per il Nord America denominato Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca), che sostituisce il trattato Nafta (North American Free Trade Agreement), che risaliva al 1994.
I cambiamenti più rilevanti riguardano l’auto. Giro di vite sulle regole d’origine per le auto e i componenti. L’obiettivo è alzare le barriere nei confronti dei prodotti realizzati fuori dal Nord America. Il Nafta prevedeva che il 62,5% del valore delle auto venisse realizzato nei tre Paesi per poter accedere al regime di libero scambio. L’Uscma alza la soglia al 75% (gli Stati Uniti chiedevano una quota ancora più alta). L’Usmca introduce poi un nuovo criterio: il 40% del valore delle auto e il 45% del valore dei furgoni (ma in questa categoria rientrano anche pickup e Suv) deve essere realizzato in impianti industriali dove la retribuzione oraria è pari ad almeno 16 dollari l’ora. Questo parametro penalizzerà il paese centro-americano (dove il livello dei salari è sensibilmente più basso rispetto agli altri due partner), Inoltre, Messico e Canada si impegnano a non esportare in quel mercato più di 2,6 milioni di veicoli ciascuno. Nel 2017, il Canada ha esportato 1,6 mln di auto negli Usa e il Messico 2,4. Il Canada accetta poi un tetto annuale di 32,4 miliardi di dollari all’export di componenti negli Usa, contro i circa 10 mld del 2017. Il Messico ha invece accettato un tetto di 108 mld, rispetto ai circa 25 mld del 2017. Inoltre, gli Usa non potranno applicare dazi sull’export di auto canadesi e messicane per ragioni di sicurezza nazionale, come invece minacciano di fare nei confronti di Europa e Giappone.
Su pressione degli Stati Uniti, il meccanismo di soluzione delle dispute tra investitori e Stati viene limitato. Fino ad ora ha consentito agli investitori esteri di citare di fronte a una corte arbitrale i Governi che varano pratiche discriminatorie per avvantaggiare le imprese domestiche.
Anche per gli appalti pubblici sono previste nuove restrizioni: i rapporti tra Canada e Stati Uniti saranno disciplinati dalle regole generali della Wto. Mentre le imprese statunitensi e messicane potranno partecipare alle gare pubbliche dell’uno e dell’altro Paese solo a livello federale. Sotto l’Umsca, saranno i singoli Stati federati o le loro autonomie locali a decidere quanto e se aprire le gare pubbliche locali a concorrenti esteri.
È stata poi introdotta la cosiddetta clausola cinese: uno Stato che fa parte dell’Uscma e che intenda negoziare un accordo commerciale con la Cina (ma anche Corea del Nord e Cuba) deve preventivamente avvisare gli altri due partner.
L’Uscma dovrà essere rinegoziato dopo 16 anni dall’entrata in vigore, altrimenti si estinguerà (è la così detta sunset clause) e comunque dovrà essere revisionato dopo sei, con l’avvio di negoziati per correggere eventuali distorsioni.
Il Canada destina il 3,59% (600 milioni di dollari) del suo mercato lattiero-caseario ai produttori Usa e abbatte alcune barriere all’import di latte e i suoi derivati dagli Usa. Da parte loro, gli Usa riducono le barriere su noccioline e zuccheri.
Vengono introdotte norme a tutela del commercio elettronico e della proprietà intellettuale. I diritti di copyright avranno efficacia per 70 anni dopo la morte dell’inventore. L’esclusiva sui dati relativi ai test di sicurezza ed efficacia dei farmaci vale per 10 anni.
I tre partner devono rispettare gli standard fissati dall’Organizzazione mondiale del lavoro e quelli dagli accordi multilaterali sull’ambiente. Entrambe le norme puntano a costringere il Messico ad adeguare i propri standard a quelli di Stati Uniti e Canada.