Via libera dal Consiglio dei ministri a due provvedimenti su Tim. Si tratta di un decreto legge per assicurare le risorse finanziarie e un Dpcm che autorizza il ministero dell’Economia a entrare nella Netco - ovvero un’unità che comprende la rete primaria, la rete secondaria e le attività wholesale (all’ingrosso) domestiche e internazionali - con una quota di minoranza.
Il Dpcm rende operativo il memorandum d’intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell’Economia e il fondo statunitense Kkr per presentare un’offerta vincolante al consiglio di amministrazione di Tim per rilevare fino al 20 per cento della Necto, società della rete fissa.
“Dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione Ue permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni – ha spiegato Meloni. La direzione intrapresa dal governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro”.
La partecipazione del Mef alla Netco di Tim “sarà di minoranza per un importo massimo di 2 miliardo e 200 milioni, ma è una partecipazione finalizzata a assicurare comunque l’esercizio di poteri speciali, sostanzialmente la capacità di incidere in termini di strategia di sicurezza su quella che consideriamo una infrastruttura, la rete di Tlc, come decisiva per il futuro del paese. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa dopo il Cdm.