Il Centro studi di Confindustria prevede un rallentamento dell'economia italiana nel 2018-2019 "anticipato e più ampio" rispetto alle stime di dicembre 2017.
La crescita dovrebbe fermarsi all'1,3% (il dato precedente era +1,5%) e scendere all'1,1% nel 2019. Pesa il rallentamento della domanda estera e l’esaurirsi del ciclo positivo degli investimenti a livello nazionale, legati entrambi al clima di incertezza sia sul fronte internazionale che interno. Gioca poi, in tutti e due i casi, un aggiustamento fisiologico rispetto ai forti incrementi registrati negli anni più recenti.
Un po' meno aspettata la performance negativa dell'occupazione, che salirà ad un ritmo sotto l'1%, sia nel 2018 che l'anno successivo. E su questo il messaggio di Confindustria è chiaro: nel 2017 e nei primi 5 mesi di quest'anno "il lavoro a tempo indeterminato ha smesso di crescere, mentre quello a termine ha registrato un’impennata".
Lo scenario appare più grigio del previsto e per questo il Centro studi ritiene “plausibile la richiesta di una manovra correttiva in corso d'anno". Secondo le stime si tratterebbe di uno 0,5% del Pil che, però, vale 9 miliardi di euro. Mentre nel 2019 la correzione dovrebbe essere di 0,6 punti, quasi 11 miliardi, poco meno di quanto entrerebbe dall'attivazione della clausola di salvaguardia. Un nodo che verrà presto al pettine.