In Italia il sistema di strade, porti e vie di comunicazioni soffre di un "deficit di competitività" che costa 40 miliardi l'anno e comporta una perdita di export che ne vale altri 70. L’analisi è della Cgia di Mestre.
Non è tutto. I dati del World economic forum mettono l’Italia in fondo alla graduatoria per qualità/efficienza del sistema infrastrutturale. Qualità delle strade; efficienza dei servizi ferroviari; efficienza dei servizi portuali; copertura della linea internet veloce. Se si guarda ad esempio alla Germania l'Italia sconta un gap del 24% per la qualità delle strade; del 40% per l'efficienza dei servizi ferroviari; del 18% per l'efficienza dei servizi portuali; del 199% per la copertura della linea internet ultraveloce.
La Cgia tiene a precisare che, oltre alla realizzazione delle grandi infrastrutture materiali e immateriali, il paese avrebbe altrettanto bisogno di realizzare molti interventi “minori”. Si ricorda, infatti, che: l’88% degli 8 mila Comuni italiani ha almeno un’area classificata a elevato rischio idrogeologico; il 40% circa delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica è ubicato in zone ad alto rischio sismico; su circa 6.000 opere censite (gallerie, ponti, viadotti, etc.) quasi 2.000 necessitano di interventi urgenti; il 38% dell’acqua trasportata dal sistema idrico pubblico si perde per strada a causa dell’elevato livello di deterioramento della rete.
E a differenza di quanto sostengono in molti, la Cgia è convinta che la realizzazione delle grandi infrastrutture non escluda la messa in sicurezza del Paese e viceversa.