Entro un paio di settimane si dovrebbe concretizzare la nuova vita di Alitalia che torna ad essere compagnia di bandiera con l’ingresso dello Stato. Al contrario, la situazione dell’ex-Ilva appare in alto mare.
Il nuovo piano industriale che ArcelorMittal ha presentato al Governo prevede meno occupati e meno produzione rispetto alle linee dell'accordo di marzo scorso.
Quell’intesa prevedeva che il piano industriale, proiettato sul 2025, si sarebbe basato su una produzione di 8 milioni di tonnellate, tra forno elettrico e altoforno, e 10.700 occupati, la forza lavoro attuale. Inoltre, sarebbe stato rifatto l’altoforno 5 il più grande d’Europa e lo Stato sarebbe entrato nella compagine societaria.
Adesso, nel piano appena presentato, gli occupati nel 2025 saranno 7500. Il che vuol dire che ci sono 3200 esuberi diretti.
E scende pure la produzione: non più 8 milioni ma 6 milioni di tonnellate, con possibilità di rivedere l’assetto produttivo solo se il mercato dell’acciaio dovesse riprendersi dalla crisi e la fase post Covid fosse superata. Stop anche al rifacimento dell’altoforno 5.
Mentre resta confermata la volontà, da parte di ArcelorMittal, di aprire allo Stato e quindi alla partecipazione pubblica.