“Btp Italia protegge dal rischio inflazione, mentre Btp Futura è un titolo nominale la cui redditività aumenta con il passare del tempo. Inoltre quest’ultimo ha una premialità a scadenza diversa. Si tratta di due strumenti molto diversi e come tali difficilmente confrontabili.”
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri spiega la differenza tra il successo del Btp Italia e il lancio del Btp Futura (quest’ultimo scatterà a luglio) e precisa che “non ha alcun obiettivo di rendere autarchico il paese dal punto di vista del debito pubblico”.
Ma il problema si pone. La quota attuale del debito pubblico posseduto dagli italiani oscilla intorno al 4%, venti anni fa era al 10%. Al contempo è scesa la quota nelle mani di investitori esteri, mentre è salita quella detenuta dalla Bce.
Il Btp Futura ha una scadenza compresa tra 8 e 10 anni (più lunga rispetto al Btp Italia). Non è indicizzato ma prevede un meccanismo di cedole crescenti nel tempo e un premio finale calcolato sul tasso di crescita annuale medio del Pil.
Poi Gualtieri aggiunge: “Vista la dimensione del nostro debito pensare che un titolo lo metta in sicurezza mi pare francamente fuori luogo” ma certamente “se questo titolo nel medio termine, assieme ad altri, contribuirà a rendere la base degli investitori nel debito italiano più diversificata sarà raggiunto un importante obiettivo” che è poi quello di “rendere tutto il debito meno vulnerabile rispetto ad uno shock che possa colpire una singola categoria di investitori”.