Arriva dal Consiglio dei ministri “salvo intese” il via libera al decreto semplificazioni.
Fino all’ultimo tengono banco le divergenze sulle deroghe alle norme sugli appalti e sulle opere pubbliche da affidare a commissari, nonché sull’abuso d’ufficio e su norme come quella dell’interoperabilità dei dati.
I principali nodi alla fine vengono sciolti. Il "salvo intese" riguarderebbe pochi aspetti “tecnici, non politici”.
Ma il confronto sulle opere da sbloccare continuerà, anche perché l’elenco (tra le 40 e le 50 opere) non entra nel testo del decreto e ci sarà comunque tempo fino a fine anno per nominare i commissari.
Il Cdm dà il via libera al Programma nazionale di riforma. Il dibattito si accende in particolare sulla possibilità non solo per i commissari ma anche per le stazioni appaltanti di agire in deroga a tutte le norme, tranne quelle penali, antimafia e quelle sulla sicurezza sul lavoro.
Quanto a uno degli altri nodi sul tavolo, la modifica del reato di abuso d’ufficio, l’intesa arriva nonostante Italia Viva metta a verbale la sua riserva. Oggi incorre nell’abuso d’ufficio chi si procuri un vantaggio violando “norme di legge o di regolamento”. Con la nuova modifica sarà punibile chi violi “specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali residuino margini di discrezionalità”.