La caduta del Pil italiano nel secondo trimestre è associata a estesi segnali di ripresa emersi, da maggio, per la produzione industriale e, da giugno, per i nuovi ordinativi della manifattura e per le esportazioni.
A luglio, inoltre, si sono registrati i primi segnali di recupero per l’occupazione accompagnati da un’intensificazione della ripresa delle ore lavorate procapite. A tracciare il quadro è l’Istat.
Ma, secondo l’Agenzia Fitch, il Pil italiano si contrarrà del 10% nel 2020 e rimbalzerà del 5,4% l’anno prossimo: è stata quindi abbassata la prima stima dal precedente 9,5% e rialzata la seconda dal precedente 4,4%.
“Il Pil è sceso più di quanto ci aspettassimo nel secondo trimestre, contraendosi del 12,8% rispetto a una nostra previsione dell’8,2% a giugno - spiega l’Agenzia -. L’attività economica si è ripresa rapidamente, e questo potrebbe portare a un forte rimbalzo nel terzo trimestre”. Al tempo stesso i più recenti indicatori ad alta frequenza evidenziano che “c’è stata una certa perdita di slancio di crescita nelle ultime settimane”.
Numeri non incoraggianti arrivano anche dall’Eurozona dove nel secondo trimestre si registra un crollo record per il Pil (-11,8%) e l’occupazione (-9%).