“Un rapporto solido e condivisibile”, commenta il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri. Eppure l’ultima analisi del Centro studi di Confindustria è un’impietosa analisi di quel che il governo non ha ancora fatto per contrastare l’emergenza Covid.
Dall’inizio della pandemia sono stati stanziati circa 100 miliardi di euro, per i quali erano necessari 208 decreti attuativi. Secondo il Centro studi sono stati effettivamente attuati 64 provvedimenti per un totale di 76,8 miliardi di euro. Un quarto delle risorse restano per ora nei cassetti.
Nel pieno della più grave crisi dal Dopoguerra la faccenda è cruciale. Alla fine del 2020 l’Italia avrà perso dieci punti di ricchezza prodotta rispetto all’anno precedente. È un balzo all’indietro di 23 anni, molto peggiore di quello seguito alla crisi dei mutui subprime, fra il 2008 e il 2009.
La pandemia ci è costata quest’anno 410 mila posti di lavoro. Nel 2021 i minori occupati saranno 230 mila. Confindustria spiega che si tratta peraltro di numeri drogati dall’estensione per tutto l’anno della cassa integrazione e dal blocco per legge dei licenziamenti.