Con la pandemia serve un sistema meglio organizzato per guidare e gestire la complicata transizione economica, ecologica, sociale, e digitale. Ecco perché è indispensabile uno “Stato responsabile” per il governatore della Banca d’Italia.
Per Ignazio Visco, il cambiamento va guidato: “Le imprese italiane sono ancora troppo piccole e hanno investito poco in innovazione. Hanno mirato soprattutto a contenere e ridurre il costo del lavoro. I giovani si sono scoraggiati e non si sono formati adeguatamente. Il dato di 3 milioni di Neet, ovvero non impegnati nello studio, nella formazione o nel lavoro, sono un dato preoccupante, che ci pone molto indietro in Europa.”
Lo Stato deve essere presente – aggiunge - “non con sussidi di lungo periodo, bensì dando sostegno temporaneo e formazione. La cassa integrazione straordinaria è un elemento importante da affiancare al Pnrr, ma associato a una ristrutturazione produttiva e a un’adeguata formazione, concentrata sulle competenze dei giovani.”
Visco ha anche annunciato che la Banca d’Italia si doterà di una Carta di Sostenibilità per spiegare i propri investimenti nel settore green. La Banca d’Italia sta già acquistando titoli green, in modo da essere parte del processo di riduzione delle emissioni di CO2. Ma i titoli che rispondono a criteri di sostenibilità ambientale hanno ancora rating bassi e per l’istituto guidato da Visco questi titoli non superano il 7%.
C’è poi il rischio legato all’inflazione (“chi ha la mia età lo conosce bene”, ha detto Visco), ma anche quello connesso alla deflazione. E ha escluso un ritorno dello Stato nelle banche centrali nazionali. “Il problema - ha concluso il governatore - è che in Italia abbiamo aumentato il debito ma non il Pil. Ci è mancata la capacità di crescita”.