Il presidente di Confindustria, Bonomi, ha spesso parlato nei mesi scorsi del nostro paese appellandolo come il ‘Sussidistan’. Il punto è che si riferiva al cosiddetto reddito di cittadinanza. A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto denaro pubblico è stato elargito alle imprese nella forma di incentivi, defiscalizzazioni e decontribuzioni dal 1993 ad oggi?
Conteggiando nelle decontribuzioni gli effetti delle riforme delle pensioni sugli oneri sociali, aggiungendo i risparmi di costi di assunzione generati dalle successive riforme dei rapporti di lavoro, e includendo i risparmi salariali rispetto alla pur modesta crescita della produttività del lavoro, la risposta assume la forma di un numero rilevante: tra il 1993 e il 2016 si tratta di circa 900 miliardi di euro a prezzi costanti.
I conti sono firmati da Leonello Tronti, che lancia una provocazione: “A questo punto arriverei a dire che le imprese italiane sono state talmente sussidiate e favorite in vari modi da essere ormai cadute moralmente sotto il controllo pubblico e dei loro dipendenti. Se i proprietari non lo riconoscono e non tentano di liberarsi da questa ipoteca morale, dubito che possano sentirsi davvero - e tanto meno essere - una forza trainante dell’economia”.
E – aggiunge – “è uno degli aspetti più avvilenti del declino italiano”.