Oltre 4 mila segnalazioni di “operazioni sospette” legate alla pandemia, per un valore complessivo superiore a 10 miliardi di euro. Sono quelle che ha ricevuto l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia che processa gli ‘avvisi’ sui rischi di riciclaggio.
“Le segnalazioni di operazioni sospette connesse alla pandemia nel 2020 sono state 2.277 per oltre 8,3 miliardi di euro – si spiega nel Rapporto sull’attività del 2020 e sui primi mesi di quest’anno -. In una prima fase sono state prevalenti le casistiche legate alla compravendita di materiale sanitario e di Dpi (dispositivi di protezione individuale, ndr) cui si sono aggiunti, successivamente, l’erogazione e l’utilizzo incongruo di finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto”.
A questi dati si aggiungono quelli dei primi cinque mesi del 2021, durante i quali “le segnalazioni riferibili alla pandemia sono state 1.796, per un’operatività sospetta pari a 1,86 miliardi di euro”.
In termini territoriali, relativamente al solo 2020, le regioni che figurano di più come luoghi di esecuzione dell’operatività sospetta sono il Lazio (18,7%) e la Lombardia (14,4%), seguite dall’Emilia-Romagna (8,8%), dalla Campania (8,5%) e dal Veneto (7,6%)”.
“L’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica hanno enfatizzato le minacce a cui è articolarmente esposto il nostro paese - ha segnalato il direttore della Uif, Claudio Clemente -. Criminalità organizzata, corruzione, evasione fiscale, acuite da un ricorso al contante che permane ancora elevato nonostante la contrazione rilevata nell’anno”.