Italia, crescita del Pil al 6% e deficit in calo al 9,5%

Il debito scende sotto la soglia del 160%. Il rimbalzo del Pil e il deficit inferiore alle attese aprono quindi nuovi spazi finanziari per la manovra di bilancio, mentre slitta la riforma fiscale che continua a dividere la maggioranza, a partire dal tema spinoso del catasto.

Crescita del Pil al 6% e deficit in calo al 9,5%

Una crescita del Pil del 6% quest’anno e di oltre il 4% il prossimo, il deficit in diminuzione al 9,5% e un debito/Pil che scende sotto la soglia psicologica del 160%. È il quadro aggiornato dei conti pubblici predisposto dal governo Draghi.

Un quadro più roseo rispetto alle stime indicate ad aprile, quando l’asticella della crescita era stata fissata al 4,5% per il 2021 e al 4,8% per il 2022, e che, secondo gli obiettivi del governo, potrebbe consentire di spendere un punto di Pil l’anno, circa 18 miliardi, dal 2022 al 2024.

L’indebitamento netto scenderà sotto il 10% contro l’11,8% indicato in primavera nel Def e anche il rapporto debito/Pil, che secondo le ultime stime sfiorava il 160%, dovrebbe migliorare nettamente già dall’anno in corso.

Il rimbalzo del Pil e il deficit inferiore alle attese aprono così nuovi spazi finanziari per la manovra di bilancio e la lista di interventi è lunga: un anticipo all’attuazione della delega fiscale con il taglio del cuneo fiscale e il superamento dell’Irap, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, la proroga del superbonus al 2023, le misure da finanziare per il dopo quota 100, i fondi per la sanità e le cosiddette spese indifferibili.

Mentre slitta ancora l’esame della delega fiscale che secondo il cronoprogramma iniziale del Pnrr il governo avrebbe dovuto presentare entro la fine di luglio. La riforma fiscale, nonostante il compromesso raggiunto in Parlamento a luglio tra i partiti, continua a dividere la maggioranza, a partire dal tema spinoso del catasto.

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