Secondo l’ultimo Rapporto Svimez, il divario economico tra le regioni italiane si è ridotto: negli ultimi anni le regioni del Sud Italia e le Isole hanno registrato in media una crescita economica simile a quella del resto d’Italia, non più inferiore come avveniva in passato.
Nel 2023 le più alte variazioni del Pil reale rispetto al 2019 si sono verificate in Puglia (6,1%), Veneto (5,9%) ed Emilia-Romagna (5,8%). Al contrario, le regioni che hanno visto una variazione negativa del Pil sono state la Basilicata (-5,7%), la Valle d’Aosta (-4,8%) e l’Umbria (-2,5%). Nel Centro si sono registrati tassi di crescita del Pil reale in media più bassi rispetto al resto del paese.
L’economia del Mezzogiorno è stata sostenuta soprattutto dai settori delle costruzioni e dei servizi, ma il confronto è reso più favorevole per il Sud anche perché Nord e Centro hanno avuto consistenti rallentamenti. Le regioni del Nord, fortemente orientate all’export, hanno in particolare sofferto il rallentamento dell’industria tedesca, perdendo parte del loro vantaggio. La debolezza economica delle regioni del Centro è poi legata al calo di industria e servizi, fattore che ha contribuito a ridurre il divario con il Sud.
Ciò detto, i dati qui rappresentati sono valori percentuali che dunque non forniscono una dimensione assoluta del Pil. Inoltre, più che crescita del Sud sarebbe forse più opportuno parlare di debolezza del Nord.