Il fabbisogno mondiale di oro rimane elevato, anche se la domanda è in calo del 7% nel primo trimestre del 2018. E non scendeva così tanto dal 2008. Lo afferma il World Gold Council.
Più della metà degli acquisti di oro sono fatti per realizzare gioielli, specialmente in Cina e India. Ma nel subcontinente, all'inizio del 2018, la domanda si è indebolita a causa dell'aumento dei prezzi dell'oro e del simultaneo indebolimento della rupia.
Le banche centrali hanno aumentato nel 2017 del 42% i loro acquisti del metallo prezioso: soprattutto nei paesi emergenti stanno cercando di consolidare le loro riserve auree. La Russia, fra gli altri, è arrivata a detenere in oro il 18% delle riserve della sua banca centrale. La Turchia e il Kazakistan sono anche grandi acquirenti, anche se sono ancora lontani dal raggiungere il livello dei paesi più sviluppati. Le riserve auree della Bundesbank in Germania, ad esempio, rappresentano 3.400 tonnellate di oro, l'equivalente di 117 miliardi di euro.
L'anno scorso Pechino e Nuova Delhi hanno fatto registrare la metà di tutti gli acquisti di oro effettuati per uso privato (1.750 tonnellate nel 2017 con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente) e contribuiranno in modo significativo alla crescita della domanda nei prossimi anni.
Tre quarti dell'oro immesso sul mercato provengono dal settore minerario (3.300 tonnellate nel 2017, in crescita dell'1% dal 2016) e un quarto proviene dal riciclaggio di prodotti in oro.
L'elettronica ha utilizzato 266 tonnellate di oro nel 2017, incluso il settore wireless che ne ha bisogno, in particolare, per l'implementazione di sensori di riconoscimento facciale 3D negli smartphone, mentre altre 17 tonnellate sono state utilizzate per le cure dentistiche.