La crescita globale si è stabilizzata, ma il miglioramento è fragile, le prospettive restano modeste e le tensioni finanziarie sono peggiorate. È quanto sostiene il nuovo Outlook economico dell’Ocse in cui si rileva che “la crescita del Pil globale è rallentata notevolmente per tutto il 2022, ma molti dei fattori che hanno pesato negativamente ora si stanno risolvendo.
Il calo dei prezzi dell’energia e dell’inflazione complessiva, l’allentamento delle strozzature dell’offerta e la riapertura dell’economia cinese, insieme a un alto tasso di occupazione e a finanze familiari relativamente resilienti, sono tutti fattori che contribuiscono all’attesa ripresa. Tuttavia, la ripresa sarà debole rispetto agli standard passati”, anche perché “l’inflazione core rimane troppo persistente, i livelli del debito sono troppo alti e l’output potenziale è troppo basso”.
Sulle prospettive permane quindi una significativa incertezza e i maggiori rischi per le proiezioni sono al ribasso, fattori confermati dai numeri. L’economia globale è attesa a una crescita del 2,7 per cento nel 2023, in frenata rispetto al +3,3 messo a segno nel 2022, e con una lieve accelerazione al 2,9 nel 2024. Per l’area Ocse invece la stima è di una crescita dell’1,4 per cento sia per il 2023 che per il 2024 dopo il +3 del 2022. Per l’Eurozona, la previsione è di una crescita modesta (0,9 per cento nell’anno in corso e 1,5 nel 2024) a fronte dell’incremento del 3,5 realizzato nel 2022.
Per gli Stati Uniti le stime parlano di una crescita dell’1,6 per cento quest’anno (dopo il 2,1 dell'anno scorso) con una ulteriore frenata all’1 nel 2024. Attesa invece una ripresa di velocità per la Cina che dal 3 per cento del 2022 dovrebbe passare al 5,4 quest’anno e al 5,1 il prossimo.