Ad aprile 2016 il "World Economic Outlook" dell'Fmi prevedeva una crescita del Pil mondiale del 4% nel 2017. Ma un anno dopo, questa proiezione è stata rivista al 2,6%. E i dati resi noti ad aprile 2018 rivelano che il valore corretto era 2,8%. Per il 2018 l'aggiustamento dell’Fmi è più modesto (dal 3,5% di aprile 2017 al 3,4% del mese scorso).
La correzione dei dati macroeconomici sta diventando normalità, nel senso che avviene in modo sempre più sistematico. Ma è dovuto soltanto all’incertezza sull’andamento del ciclo economico globale? Oppure c’è un problema di affidabilità delle stime prodotte dall’Fmi? In realtà l’interrogativo può essere esteso a tutte le più importanti organizzazioni internazionali a partire da Onu, Banca mondiale e Ocse.
Il punto non è di poco conto visto che la maggior parte dei governi fondano le loro scelte di politica economica sulla base dei dati elaborati da queste organizzazioni. E qui entrano in gioco due delicati aspetti. Il primo attiene all’inevitabile soggettività delle rilevazioni statistiche, il cui esito dipende fortemente dalla metodologia di rilevazione e analisi dei dati utilizzati. Il secondo all’interazione (politica) con i governi nazionali che forniscono le informazioni.
Il calcolo degli indicatori macroeconomici, ad esempio, in Africa è complesso, anche perché in molti paesi manca l’ufficio statistico e laddove c’è funziona poco. Basti pensare che oltre la metà delle nascite in Africa non sono registrate. È anche per questo che stimare l’andamento dell’economia diventa un’arte più che una scienza.
Poi l’arte rischia di ridursi all’astrattismo se si considera che in molti paesi in via di sviluppo il sommerso può raggiungere anche l’80% del totale. E, invece, ciò che emerge è soggetto ad un’elevata volatilità. Le economie emergenti vivono, infatti, un paradosso: sono ricche di materie prime, peccato che la variabilità dei loro prezzi rappresenti il principale fattore di instabilità sui mercati internazionali.
Quindi l’elaborazione dei dati macroeconomici sull’economia globale è lontana da essere una macchina perfetta. E ciò mina alla base la riuscita di qualunque politica economica. Ma i dati dell’Fmi (e delle principali organizzazioni internazionali) restano al momento la migliore approssimazione disponibile su scala globale.