Crescita economica, il centro di gravità permanente si sposta a Oriente

Uno studio Ocse ridisegna la geografia dell’economia mondiale da qui al 2060 in base a differenti scenari. Il ruolo giocato dalle riforme strutturali

Crescita economica, il centro di gravità si sposta a Oriente

C’è un recente studio Ocse che prova a riclassificare l’economia mondiale da qui al 2060. L'analisi non copre il mondo nel suo complesso: comprende 46 paesi, dei quali 36 Ocse, altri 8 inclusi nel G20 (Cina, India, Indonesia, Brasile, Argentina, Russia, Arabia Saudita e Sudafrica) e ulteriori 3. Rappresentano tutti insieme l'82% dell'attuale Pil mondiale.

Una prima conclusione è che la crescita globale rallenterà progressivamente e aumenterà notevolmente il peso delle economie emergenti.

In uno scenario di riferimento "business as usual", ovvero senza significative riforme, il Pil pro capite nei paesi Ocse migliorerà in una banda di oscillazione compresa tra l'1½ e il 2% annuo nei prossimi 40 anni.

Gli standard di vita nei Briics (Brasile, Russia, India, Indonesia, Cina e Sudafrica) cresceranno molto più rapidamente, ma il Pil tenderà a decelerare dal 6% su base annua raggiunto nell'ultimo decennio a poco più del 2% entro il 2060.

Le sole India e Cina raggiungeranno tra il 20 e il 25% del Pil mondiale entro quell’anno a fronte di poco più del 40% per tutti i paesi Ocse messi insieme, confermando come il centro di gravità dell’economia mondiale continui a spostarsi verso l'Asia.

Nel frattempo, l’invecchiamento demografico nei paesi avanzati pesa sugli standard di vita e costringe i governi ad aumentare le entrate fiscali per soddisfare le esigenze sanitarie e pensionistiche ed evitare che il debito pubblico aumenti a dismisura.

Le prospettive potrebbero cambiare se, invece, i paesi attuassero riforme strutturali. Ad esempio, i Briics possono migliorare la governance e il livello di istruzione. Se raggiungessero i livelli Ocse entro il 2060, il Pil potrebbe salire dal 30% al 50% rispetto ad uno scenario a condizioni pressoché immutate.

Ma anche le economie al momento più avanzate potrebbero fare di più. Secondo l’organizzazione con sede a Parigi, se i paesi Ocse rendessero i loro mercati più concorrenziali il Pil procapite potrebbe salire dell’8% e fino al 15-20% in paesi come Belgio, Francia, Italia e Spagna. Così come una regolamentazione più efficace del mercato del lavoro potrebbe far lievitare il tasso di occupazione di 6½ punti percentuali entro il 2040, principalmente attraverso l’incremento della partecipazione di giovani e donne.

Qualora, invece, dovesse proseguire la tendenza alla riduzione della liberalizzazione del commercio su scala mondiale e il ritorno ai dazi vigenti al 1990, il tenore di vita medio su tutto il Pianeta si ridurrebbe del 14%.

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