Partiamo dalla conclusione. “L'espansione economica globale sembra aver raggiunto il picco”: è la sintetica osservazione contenuta nelle ultime analisi dell’Ocse. Si intensificano i rischi in un contesto nel quale la crescita a livello mondiale appare sempre più eterogenea.
L'economia globale crescerà del 3,7% sia nel 2018 sia nel 2019, con differenze crescenti tra i paesi, in contrasto con l'espansione su ampia scala osservata nell'ultima parte del 2017 e all'inizio di quest'anno. Lo scenario sul Pil mondiale è, dunque, decrescente e in peggioramento rispetto alle precedenti previsioni di maggio per tutti i paesi del G20.
Nel 2019 Germania e Francia avranno un Pil dell’1,8%, mentre quello dell’Italia scenderà all’1,1%. Stati Uniti, Cina e India si posizioneranno l’anno prossimo, rispettivamente, al 2,7%, 6,4% e 7,4%. Mentre le due isole Regno Unito e Giappone dovranno accontentarsi dell’1,2%.
L’Ocse individua tre cause: l'aumento delle tensioni commerciali, l'inasprimento delle condizioni finanziarie nei mercati emergenti e i rischi politici. Un trittico che potrebbe ulteriormente indebolire la crescita a medio termine. Anche perché la fiducia si è indebolita, il commercio e la crescita degli investimenti si sono dimostrati più lenti del previsto e l'incremento dei salari è rimasto modesto nella maggior parte dei paesi, nonostante la disoccupazione a livello Ocse sia scesa al di sotto dei tassi pre-crisi.
Secondo il capo economista dell’organizzazione con sede a Parigi, Laurence Boone, "con condizioni finanziarie più rigide che creano stress su un certo numero di economie emergenti, in particolare Turchia e Argentina, un quadro politico solido e stabile sarà fondamentale per evitare ulteriori turbolenze".
Oltre a ciò, l'Ocse ritiene necessario migliorare la resilienza, aumentare la produttività e accelerare sull'inclusione. Un compito arduo per la classe politica. Specialmente in Italia, dove per Boone è auspicabile che il governo non modifichi le riforme introdotte dal precedente esecutivo. Immediata la replica del vicepremier Di Maio: "L'organizzazione non si intrometta".