Prospettive sempre più “cupe e incerte” sull’economia globale “ancora sconvolta dalla pandemia e dall’invasione russa dell’Ucraina”. Una situazione in cui molti dei rischi che erano stati segnalati in primavera “hanno iniziato a concretizzarsi”.
A cominciare da “un’inflazione superiore alle attese, soprattutto negli Stati Uniti e nelle principali economie europee” che “sta innescando un inasprimento delle condizioni finanziarie globali”. E poi il riemergere del Covid in Cina che ha rinvigorito la forte politica di chiusure di Pechino. E ancora le “ulteriori ricadute negative dalla guerra in Ucraina”.
Un mix che porta il Fondo monetario internazionale, nell’aggiornamento del suo World economic outlook, a ricalcolare le possibilità di una recessione a livello globale che “sono aumentate negli ultimi mesi”. “Il Pil mondiale rallenta dal 6,1% dell’anno scorso al 3,2% quest’anno e al 2,9% l’anno prossimo. Ciò riflette lo stallo della crescita nelle tre maggiori economie mondiali - Stati Uniti, Cina e Eurozona - con importanti conseguenze per le prospettive globali”, si legge nell’intervento del responsabile della ricerca Pierre-Olivier Gourinchas.
L’Italia ha un ruolo particolare in questa sforbiciata. Generalmente dominano infatti i segni negativi, con la crescita degli Usa abbassata di 1,4 e 1,3 punti percentuali rispettivamente quest’anno e il prossimo. Anche l’Eurozona soffre una riduzione, limitata a 0,2 punti nel 2022. E in questo caso l’Italia figura tra gli elementi di tenuta: “Le prospettive migliori per il turismo e l'attività industriale in Italia sono più che compensate da significativi downgrade in Francia, Germania e Spagna”.
Per il nostro paese, infatti, la previsione del Fondo è tra le poche a migliorare al +3% quest’anno (+0,7 punti percentuali su aprile). Ma per l’anno prossimo è previsto un fortissimo rallentamento, con una crescita al lumicino: +0,7%, ovvero la peggiore tra le economie dell’Ue più grandi.
Tornando allo sguardo globale, il Fondo mette nero su bianco un elenco di punti che rappresentano ulteriori rischi di ribassi, segnalando che pure i rischi di disordini sociali sono in aumento. Al primo posto c’è la possibilità che la guerra in Ucraina porti a un improvviso stop dei flussi di gas dalla Russia all’Europa. Poi, l'inflazione potrebbe rimanere elevata se il mercato del lavoro resta in tensione oppure le aspettative per il futuro si slegano da quelle che sono le indicazioni delle banche centrali, con la prospettiva che il costo per raffreddare l’economia salga ancora di più.
Proprio il fatto che le condizioni finanziarie globali si stanno restringendo, potrebbe inoltre far crescere la pressione sul debito dei paesi emergenti e in via di sviluppo. Di nuovo il Covid rappresenta una minaccia, soprattutto per i lockdown in Cina. Ancora, la crescita dei prezzi di energia e cibo possono far esplodere l’insicurezza alimentare a livello globale e con essa forti proteste, così come la “frammentazione” geopolitica è un muro per il commercio e la cooperazione globali.