
I timori di recessione negli Stati Uniti, alimentati dalle parole del presidente Donald Trump, innescano una reazione a catena che da Wall Street ha investito anche l’Europa.
Se i cali rilevati nella giornata del 10 marzo sono generalizzati - industriali, costruzioni, materie prime e banche tra i peggiori - a pagare lo scotto maggiore sono i titoli tecnologici, in scia al tonfo del Nasdaq -3,81% e di Tesla -7,95% , dopo le vendite in Cina dimezzate a febbraio.
Così, mentre il tema dazi continua a essere in primo piano tra minacce e schiarite, il Ftse Mib di Milano ha ceduto lo 0,95%. Hanno terminato in calo anche gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi ha perso lo 0,9% e Francoforte l'1,75%, mentre infuria la bagarre sulla riforma del freno al debito, osteggiata dai Verdi tedeschi.
Wall Street ha così archiviato il suo lunedì nero con pesanti perdite. Il Dow Jones ha perso il 2,08%, l’S&P 500 il 2,69% e il Nasdaq il 4%. A decretare il tonfo dell’indice dei titoli tecnologici Tesla che ha ceduto il 15,43% a 222,15 dollari. Male anche gli altri titoli tech da Apple a Meta, Alphabet, Amazon e Nvidia, tutti con cali intorno 5%.
Come riporta il Wall Street Journal, il messaggio che i mercati finanziari stanno lanciando non è poi così rassicurante: “Allacciate le cinture di sicurezza”.