Un alto esponente della Banca d’Inghilterra (la banca centrale britannica) sostiene che l’imposizione di ingenti dazi doganali sulle importazioni cinesi da parte degli Stati Uniti a guida Trump potrebbe indurre una diminuzione dell’inflazione globale, abbassando i prezzi dei beni in altri Paesi.
In pratica, secondo Swati Dhingra, l’imposizione da parte del secondo governo a guida Trump di dazi del 60% sui beni provenienti dalla Cina venduti negli Stati Uniti potrebbe incentivare gli esportatori della seconda economia al mondo ad abbassare i prezzi altrove per garantire il mantenimento degli attuali volumi commerciali.
Ecco perché l’imposizione di una tariffa così elevata sui prodotti del più grande esportatore globale (la Cina) da parte del più grande importatore di beni al mondo (gli Stati Uniti) si tradurrebbe in una riduzione dei prezzi globali dei beni.
Le aziende cinesi risponderebbero all'inasprimento delle barriere commerciali tentando di trovare acquirenti in mercati alternativi, il che potrebbe portarle ad abbassare i prezzi per vendere volumi simili.
Al contempo, numerosi economisti ritengono che l’imposizione di dazi punitivi sulle importazioni da parte di Trump ai partner commerciali degli Stati Uniti farà aumentare l’inflazione nella più grande economia del mondo, visto che i costi saranno sostenuti dai consumatori statunitensi. Tuttavia, ciò influenzerà anche l’economia globale in senso più ampio.